VECCHIO AMICO MIO

E' una mattina umida e piovosa, fa anche freddo, quel freddo che ti entra nelle ossa e risentirai da vecchio, anche se vecchio forse lo sei già. Mille pensieri ti affollano la mente mentre cammini sul vecchio lastricato che sembra fare da "red carpet" per gli alti portoni in legno ormai logori, ma che austeri infondono il ricordo del loro passato ricco e glorioso. Ad un tratto vieni colpito dall'ingresso di un osteria, è talmente vecchia sia nella facciata che nell'insegna che stenti a credere che possa essere ancora aperta. Entri titubante e agli occhi ti si presenta una scena fantastica: un bambino di nemmeno un anno viene tenuto seduto su di un tavolo circondato dalla mamma che lo imbocca e dalle due nonne che non lo perdono di vista un attimo. E poi c'è lui. Sicuramente il padrone di casa che alla mia domanda, un po idiota lo confesso, se è aperto, in tutta serenità mi risponde: "E altrimenti come saresti entrato?". Annuisco all'ovvietà e chiedo un caffè. Lui, sempre più a suo agio, e con una voce squillante continua ad infierire su di me: "Vedo non ti manca niente, la stazza ce l'hai. E aspetti anche una bimba" sogghigna passandomi una mano sulla mia ormai troppo prominente pancia. Poi come se nulla fosse stato detto mi chiede se sono fiorentino, io replico che sono pisano e in tutta risposta mi dice che a quell'ora era venuto freddo ma prima, alle 5,30, era più caldo. Ormai siamo amici, sembra anche di vecchia data. Gli chiedo se posso scattargli una foto lui annuisce e chiama anche la moglie... Ecco questo per me è il senso della fotografia, avrei potuto scattare altre cento foto ma sapevo già che lo scopo della giornata l'avevo raggiunto. La "Foto" l'avevo portata a casa!!! Ti saluto "Vecchio amico mio" e grazie per avermi regalato qualche minuto di un mondo che non c'è più.